professione fedeIl tuo Credo sia per te come uno specchio!
Osserva te stesso per vedere se credi davvero tutto ciò che dici di credere.
E rallegrati ogni giorno nella tua fede.

L’Anno della Fede costituisce l’occasione propizia per una adeguata riscoperta della professione di fede battesimale e per instaurare nella nostra Diocesi la prassi pastorale della consegna della professione di fede ai diciottenni-diciannovenni. Il Vescovo, nella sua lettera pastorale “Come crederete?” si rivolge alla diocesi con queste parole: “il credo è come il grande segno di riconoscimento e di identità dei cristiani di una fede che non è solo atteggiamento del sentimento e delle volontà, ma anche, e indissolubilmente, un assenso che riconosce come vere e decisive per la propria vita le realtà che riguardano la storia del Signore Gesù e il mistero di Dio”.
Il nostro desiderio, per i giovani diciottenni e diciannovenni, è quello di condurli ad una stesura personale della professione di fede che li aiuti a comprendere ed esprimere nella vita il credo professato con la bocca; “Professare con la bocca, a sua volta, indica che la fede implica una testimonianza ed un impegno pubblici. Il cristiano non può mai pensare che credere sia un fatto privato. La fede è decidere di stare con il Signore per vivere con Lui. E questo “stare con Lui” introduce alla comprensione delle ragioni per cui si crede” (Benedetto XVI, Lettera apostolica Porta fidei).

Ti iviamo nuovamente lo schema del percorso per 18 – 19 enni credendo di farti cosa gradita. Può avere un suo significato annunciare anche a chi inizia il cammino di fede come adolescente che la meta sarà la professione di fede. Come “testo” di riferimento abbiamo scelto “Adolescenti e professione di fede: il Credo”, Luciano Zanini, EDB. (acquistabile presso la “Liberia Berti” di via Legnano). E’ un testo semplice ma che nasce dall’esperienza e lo abbiamo ritenuto accessibile per tutti (anche agli educatori che non hanno più la possibiltà di essere seguiti puntualmente da un sacerdote). Gli incontri sono raccontati in prima persona, dal vivo, cioè nel loro svolgimento. Protagonisti sono gli adolescenti coordinati dagli animatori. Il gruppo è reale, nel senso che i passaggi e le dinamiche sono stati sperimentati.
Il cammino ha un suo itinerario ma può essere facilmente adattato per tutti anche per quelle realtà che già hanno un cammino consolidato: ciò è possibile attraveso piccole attenzioni.
In diverse parrocchie non esiste, in modo specifico, un gruppo dei 18-19 enni, sarebbe comunque auspicabile che per quella fascia di età l’educatore o il sacerdote stesso proponga alcuni momenti durante l’anno che preparino sia la Traditio che la Redditio Symboli prendendo spunto sempre dall’itinerario proposto.
Il Servizio Diocesano per la pastorale Giovanile è a disposizione per ogni chiarimento e aiuto.

OLTRE SEEKERS: 18 – 19 anni “LA PROFESSIONE DI FEDE”
quarta e quinta superiore

Per gli ultimi due anni (18-19) l’attenzione si sposterà sulla “scelta” che ogni diciannovenne è chiamato a fare al termine della scuola superiore, una scelta rivolta a chi è maturo, chi sogna un futuro felice e chi è orientato al domani con speranza.

Il cammino mistagogico della Chiesa, sin dall’antichità è caratterizzato da parole, gesti, consegne e riti che segnano, ritmano e accompagnano i passaggi. Anche quest’ultimo tratto di cammino, che conduce il giovane verso scelte, piccole e grandi, che segneranno sempre più – e molto spesso in modo indelebile – il cammino personale e getteranno radici che daranno frutti lungo il tempo, risulta indispensabile proporre almeno due momenti da vivere e celebrare comunitariamente nel grembo della Chiesa. Nella Veglia diocesana dei giovani di Avvento il Vescovo consegnerà ai diciottenni -diciannovenni il Simbolo Apostolico (traditio symboli) affinché lo approfondiscano, lo assimilino durante l’anno, sino a giungere alla riconsegna (redditio symboli) nelle mani del Vescovo durante la Veglia di Pentecoste.
Il singolare “Credo” che i ragazzi consegneranno sarà il segno di un’appropriazione personale della fede e in esso indicheranno le prospettive delle scelte future.
Inoltre questa stessa età della vita diventa un momento propizio per aiutare i giovani diciottenni e diciannovenni ad intraprendere un cammino spirituale guidato, che si avvicini sempre più alla direzione spirituale.

Durante questo cammino vengono proposti gli Esercizi spirituali nel tempo della Quaresima. Gli Esercizi spirituali hanno una grande importanza per la vita di ogni diciottenne e diciannovenne: infatti li introducono a riflettere in maniera più consapevole e alla luce del vangelo sul proprio futuro e sulle importanti scelte che si trovano a dover compiere. Gli Esercizi spirituali, vissuti come scelta personale e non di gruppo, sono un’occasione privilegiata per dare nuovo vigore e slancio alla propria fede e per restare soli davanti a Dio. Lasciando spazio alla Parola ed arrivando a conoscere meglio se stessi, i diciottenni e i diciannovenni possono inoltre essere accompagnati ad impostare in maniera appropriata il proprio “Credo” personale.

In questo tempo si suggerisce caldamente di proporre a livello comunitario qualche esperienza di servizio e di carità: il servizio nella carità è indispensabile per la maturazione della fede. La prima forma di servizio sono innanzitutto il proprio lavoro o il proprio studio quotidiano; tuttavia è anche opportuno indicare qualche luogo significativo di intervento, favorendo una presenza precisa di prossimità verso i poveri.
Diamo ancora un altro suggerimento: gli educatori, dopo aver fatto esperienza come gruppo, potrebbero concordare con gli adolescenti delle esperienze di servizio a DUE A DUE, per un tempo limitato con un tutor che li verifica (= il responsabile della comunità, l’animatore professionale che già opera nella realtà scelta, un adulto conosciuto che opera sul campo, ecc.), dove sono chiamati a giocarsi personalmente in qualche attività. L’assistente sociale del comune di riferimento potrebbe ad esempio identificare delle necessità a cui degli adolescenti potrebbero rispondere (es. far i compiti con ragazzi delle medie, affiancarsi all’animatore della Casa di Riposo per l’animazione agli anziani, oppure seguire un ragazzo disabile che richiede amicizia o compagnia…).