A conclusione della campagna di scavo nella basilica, si confermano  con importanti sviluppi i primi notevoli risultati già conseguiti nelle scorse settimane. La chiesa medievale, di cui si era scoperta la base del muro di facciata con  l’ampia soglia relativa al portale di accesso, si mostra al suo interno. L’indagine ha infatti messo in luce l’ingresso, con un’ampia piattaforma a ridosso della soglia, un tempo rivestita di lastre in pietra di cui rimangono le relative impronte e diversi frammenti. Da questo settore si accedeva alla navata mediante una scalinata, di cui si sono ritrovati i gradini, che conducono ad un pavimento in cocciopesto (sistemazione in malta con frammenti di laterizio), inquadrato da lastre di pietra. Esso si raccordava, verso l’altare, con il noto tappeto musivo, ora visibile, protetto da un apposito vano, in corrispondenza dell’accesso alla cripta attuale.

L’interno della chiesa era riccamente decorato ad affresco policromo, dai toni brillanti (verde, rosso, ocra, azzurro, nero), con arricchimento dell’ornato mediante preziosi inserti in foglia d’oro. L’apparato decorativo era anche integrato da elaborati rivestimenti in stucco a motivi vegetali e con lavorazione a giorno, evidentemente realizzati da maestranze di alta competenza tecnica. Tali risultati sono estremamente rilevanti perché, soprattutto in quest’ultimo caso, si tratta di materiali alquanto rari sia perché difficilmente si conservano, sia per l’alto livello esecutivo riscontrato in essi.

L’importanza della chiesa messa in luce per la storia del luogo è anche documentata dalla presenza di grandi e profonde tombe collettive a cassa laterizia con copertura a voltino ribassato, rinvenute dinanzi all’ingresso, all’esterno dell’antico edificio di culto. Una di esse, esplorata nella sua integrità, ha rivelato la presenza di molti individui sovrapposti, tra cui alcuni bambini, che denotano l’uso laico di tale spazio sepolcrale. La posizione delle tombe non è inconsueta in associazione ad una chiesa medievale, poiché si tratta di un punto ricercato per la possibilità di beneficiare della preghiera e del ricordo dei fedeli che entravano in chiesa.

La campagna archeologica si conclude con la più viva soddisfazione di tutta l’équipe di scavo internazionale (Università del Piemonte Orientale-Dipartimento di Studi Umanistici, Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Università di Galway-Irlanda, CNRS-Dijon/Auxerre) e di tutto il progetto di ricerca internazionale “Making Europe: Columbanus and his Legacy”. Il supporto fondamentale assicurato allo scavo e l’adesione all’intero progetto ad opera della Parrocchia di San Colombano e della Diocesi di Piacenza-Bobbio hanno permesso non solo il conseguimento degli obiettivi prefissi, ma anche il raggiungimento di risultati inaspettati per la loro importanza.

Un sentito grazie all’amministrazione comunale, ai parroci, ai colleghi archeologi che hanno prestato la loro opera volontariamente e a tutti i bobbiesi che in vario modo hanno contribuito alla buona riuscita dell’impresa. Ora si passa allo studio dei dati e dei reperti, di cui si darà conto nel prossimo convegno del 21-22 novembre a Bobbio “L’eredità di san Colombano. Memoria e culto attraverso il medioevo”.

L’appuntamento è per una prossima, auspicata campagna di scavo, alla ricerca di nuove pagine della più antica storia bobbiese!

La direzione scientifica
Dott.ssa Roberta Conversi e Prof.ssa Eleonora Destefanis

Comunicato stampa del 05/03/2015