Venerdì 22, in preparazione alla Giornata, è in programma per iniziativa del Centro missionario diocesano una celebrazione eucaristica alle ore 18 nella basilica di S. Antonino a Piacenza che sarà presieduta dal parroco don Giuseppe Basini

Domenica 24 marzo si celebra come ogni anno la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri. La data ricorda l’uccisione del vescovo salvadoregno Oscar Romero avvenuta nel 1980 e ogni anno vuole fare memoria dei cristiani martiri.

Nel 2012 in particolare sono stati uccisi 12 operatori pastorali: dieci sacerdoti, una religiosa e una laica.
Per il quarto anno consecutivo, con il numero più elevato di operatori pastorali uccisi, figura al primo posto l’America, bagnata dal sangue di sei sacerdoti. Segue l’Africa, dove sono stati uccisi 3 sacerdoti e una religiosa. Quindi l’Asia, dove hanno trovato la morte un sacerdote ed una laica.
Come avviene ormai da tempo, il computo di Fides non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento. Il termine “martiri” viene utilizzato nel suo significato etimologico di “testimoni”.
La maggior parte degli operatori pastorali uccisi nel 2012 ha trovato la morte in seguito a tentativi di rapina. La laica Conchita Francisco è stata uccisa a colpi di arma da fuoco davanti alla cattedrale di Bongao, nella zona meridionale delle Filippine, dove è alta la tensione per la presenza di ribelli musulmani, pirati, terroristi e criminali.
Gli operatori pastorali uccisi nel 2012 non hanno compiuto gesti eclatanti, ma semplicemente “hanno confessato – sono parole di Benedetto XVI – la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani”. Hanno vissuto la loro fede nell’umiltà della vita quotidiana, in contesti di particolare povertà umana e spirituale, di degrado, di violenza, dove il rispetto della vita e la dignità della persona sono valori che non contano, cercando di portare in questi ambienti la loro testimonianza di amore, di quell’amore del Padre che Gesù Cristo è venuto a mostrare.
Agli elenchi provvisori stilati annualmente dall’Agenzia Fides, deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, o addirittura di cui non si conoscerà il nome, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede in Cristo, la “nube dei militi ignoti della grande causa di Dio” secondo l’espressione del beato Papa Giovanni Paolo II.