“Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: Siate forti, non temete! Ecco il vostro Dio! Verrà egli stesso a salvarvi”. L’annuncio del profeta Isaia (35, 4) possa risuonare nei nostri cuori e nei cuori di tutti. L’antico profeta, vissuto diversi secoli prima di Cristo, si rivolge al suo popolo che stava attraversando un periodo difficile a causa di una difficile condizione spirituale, morale e sociale. Ma il profeta non si limita a guardare la realtà, volge il suo sguardo a Dio e invita a guardare verso l’alto, a ravvivare l’attesa del Messia, ricordando sempre che Dio è fedele e non viene meno alla sua promessa di salvezza. Il profeta Isaia ha ridato fiducia e speranza a coloro che avevano il cuore smarrito. La sua missione non si è esaurita in quel periodo, perché la sua parola ha attraversato i secoli successivi. Il suo ripetuto invito a “non temere” ha incoraggiato generazioni di sfiduciati, ha fatto riscoprire la gioia del conforto e della fiducia nella salvezza del Signore.
Già a suo tempo, come anche nei tempi successivi, non è stato facile accogliere l’annuncio del profeta, non è stato semplice credere nel messaggio di speranza. Sia pur con fatica, poco alla volta molti hanno compreso che ogni azione umana motivata dalla paura porta fuori strada. Per questo il suo insegnamento divenne un punto sicuro per tutte le generazioni di fronte alle difficoltà e alle prove della vita.
Anche noi, a secoli di distanza, siamo inviati ad accogliere il messaggio di Isaia che attraversa tutta la Bibbia: Coraggio, non temere. Diverse volte, in questi giorni di attesa del Natale, è risuonata questa esortazione a “non temere”, attraverso le figure di Maria, di Giuseppe, dei pastori. La fiducia nel Signore riassume in sé tutto, la fede, la speranza, la carità, il coraggio, il presente e il futuro. È ciò di cui abbiamo bisogno, perché in un mondo complesso e con molti problemi, anche noi siamo smarriti, anche noi siamo preoccupati per l’insicurezza e la precarietà che regnano in ogni ambiente.
“Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarci”: è la grazia del Natale. Il Salvatore annunciato dai profeti viene a salvarci, continua a venire a salvarci da ogni smarrimento, dalle paure, dalla solitudine. Il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, viene a noi, condivide la nostra natura umana e ci dona la grazia di essere figli di Dio. La luce del Natale viene a rischiarare la nostra esistenza, spesso oscurata dal male e dal peccato. Il Bambino è nato per noi, è dato a noi, come annuncia sempre Isaia.
I nostri occhi siano colmi di stupore e meraviglia nel contemplare il Bambino Gesù. Così i nostri occhi si purificano, così possiamo cogliere i molti germogli di vita nuova che si annunciano proprio là dove si sperimenta il deserto, dove si è toccato il fondo. Con la parola discreta che quel Bambino ci comunica, possiamo abbandonare i troppi messaggeri di sventura che non fanno altro che renderci ancor più smarriti di cuore. Con il messaggio di pace che gli angeli annunciano, ci è data la grazia di vedere ciò che veramente conta e di impegnarci perché la forza della vita sconfigga i segni di morte, di odio, di disumanità.
Il Natale di Gesù è gioia e speranza, è fiducia e luce. La grazia di Dio che si rivela e si dona nel Figlio venuto a condividere la nostra vita umana entri nelle nostre case e nei nostri cuori, doni speranza agli sfiduciati, doni consolazione agli afflitti, doni pace e gioia ai tribolati, ai sofferenti, ai tanti poveri.
Auguro a tutti di celebrare con cuore nuovo il Natale del Signore. Auguro di vivere il Natale con lo spirito del poverello di Assisi, che fu il primo a realizzare il “presepe vivente” per irradiare la gioia di sentirsi amati da Dio. Possiamo essere anche noi come un segno del presepe vivente portando la pace nelle famiglie, accendendo il sorriso sul volto di chi soffre, dando un segno di amore a chi vive nella miseria, porgendo la mano a chi ci è nel bisogno. Buon Natale a tutti con la benedizione particolarmente amata di san Francesco d’Assisi: “Il Signore ti benedica e ti custodisca. Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Volga a te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore ti dia la sua grande benedizione”.

+ Gianni Ambrosio, vescovo