La nascita di Gesù: stupore, gratitudine, gioia e pace. Accogliamo questo inaudito dono: il Padre offre a tutti noi il suo Figlio amato che nasce nella povertà della condizione umana per risollevarci e renderci figli di Dio. Gesù viene a camminare con noi sulle strade del mondo come nostro fratello per salvarci dalla solitudine, dall’oscurità, dalla disperazione. La nascita di quel Bambino, attesa a lungo e tuttavia temuta e rifiutata da molti, riassume il mistero di Dio che ci ama fino a farsi piccolo ed entrare in una mangiatoia. Dio si è fatto bambino per essere vicino a noi e aiutare tutti noi a essere vicini a Lui, in comunione con Lui.
In questi giorni di festa ricordiamo l’affermazione di sant’Ireneo, vescovo di Lione, una delle grandi figure della Chiesa dei primi secoli. Egli ci ricorda il motivo per cui il Figlio di Dio si è fatto figlio dell’uomo: “perché l’uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio”. Ecco l’evento che celebriamo: la nascita di Gesù e la nostra rinascita.
Quel bambino che contempliamo nel presepe è il Figlio di Dio, nel suo volto riconosciamo il vero volto di Dio che è amore. Non solo: sempre contemplando quel bambino adagiato nella mangiatoia, possiamo conoscere il nostro vero volto, il volto di ogni essere umano. Ogni persona è chiamata ad aprirsi all’azione della grazia di Dio: siamo resi figli amati da Dio, siamo liberati dal male e siamo destinati alla pienezza della vita. Per sant’Ireneo, che è il primo grande teologo della Chiesa, la luce di Cristo illumina l’uomo e la storia umana: la dignità dell’uomo è saldamente ancorata nella creazione divina, nella redenzione operata da Cristo e nell’opera permanente di santificazione dello Spirito.
Accogliamo l’invito di papa Francesco e riscopriamo “il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano”: susciti in noi stupore e meraviglia, apra il nostro cuore e la nostra mente. “Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui”.
Incamminiamoci anche noi verso il piccolo villaggio di Betlemme: quel luogo irrilevante segna la predilezione di Dio per i piccoli e i poveri, quella piccola grotta sperduta è il cardine della nostra fede, una fede che entra nella storia, nelle strade della nostra vita, nelle nostre case. E soprattutto entra nel nostro cuore, pieno di tante attese.
Auguro a tutti voi, carissimi piacentini, di accogliere e gustare la gioia e la pace del Natale contemplando con occhi nuovi il mistero dell’amore di Dio. Davanti al presepe si manifesti a tutti “la tenerezza di Dio che si abbassa alla nostra piccolezza. Il dono della vita, già misterioso ogni volta per noi, ci affascina ancora di più vedendo che Colui che è nato da Maria è la fonte e il sostegno di ogni vita. In Gesù, il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione; un amico fedele che ci sta sempre vicino; ci ha dato il suo Figlio che ci perdona e ci risolleva dal peccato”. Buon Natale a tutti.

† Gianni Ambrosio, vescovo