Giovedì 8 marzo nella chiesa di San Donnino alle ore 16 celebrazione  presieduta da don Frazzani.
Il Movimento di spiritualità vedovile “Speranza e vita” che ha sede presso la chiesa di San Donnino (Largo Battisti a Piacenza) celebra giovedì 8 marzo, alla vigilia della memoria liturgica, la festa della patrona Santa Francesca Romana.

Alle ore 16 nella chiesa di San Donnino il parroco di San Francesco don Giuseppe Frazzani presiede la messa. Concelebra l’assistente spirituale del Movimento di spiritualità vedovile don Ludovico Fiorentini. Segue un incontro fraterno. L’invito a partecipare è rivolto a tutti.

UN MIRABILE ESEMPIO DI SPOSA E DI MADRE. Francesca Bussa de’ Buxis de’ Leoni, nata a Roma nel 1384, morta il 9 marzo del 1440 (giorno della memoria liturgica), in ogni stato della sua vita di sposa, di madre, di vedova e quindi di consacrata, diede luminosa testimonianza di fede e di amore a Cristo nel servizio umile, generoso e costante ai poveri.
Sono invitati ad onorarla le spose, le mamme, le vedove, le persone consacrate, perché tutte in Santa Francesca Romana hanno un mirabile esempio e una potente patrona.
Nobile, bella e di famiglia agiata, Francesca diventerà “la poverella di Trastevere”, arrivando ad aprire i granai di casa e a vendere i suoi gioielli per amore dei poveri che vivono la miseria del tempo accanto all’opulenza dei ricchi romani. Amò di grande tenerezza il marito Lorenzo Ponziani e i suoi tre figli. Rimasta vedova, si ritirò nel convento di Tor De’ Specchi, a Roma, che aveva fondato pochi anni prima, vivente ancora il marito.
Era dotata di carismi particolari di guarigione, e quello di comporre contese, molto frequenti all’epoca. In tutta la città non vi era necessità dove lei non fosse chiamata in aiuto.
Il Senato di Roma, il 29 maggio del 1608, giorno della sua canonizzazione, con decisione unanime dichiarò Francesca patrona di Roma e, al posto del cognome Ponziani, volle imporle quello di “Romana”. D’allora si chiama “Santa Francesca Romana”.